Frezza, la romanità della cucina “de coccio”

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    Bombe salate, fritti, primi e secondi tipici, dai rigatoni all’amatriciana alle polpettine al sugo. È nella romanità il cuore di filosofia e offerta di Frezza, ristorante di Claudio Amendola, fresco di apertura in centro storico, incentrato sulla cucina “de coccio”, ossia nelle caratteristiche terrecotte. A firmare la Carta è lo chef Davide Cianetti, consulente di Frezza ed executive chef di Numa al Circo. Il risultato è interessante. Una selezione di portate semplici ma dai sapori intensi, che rievocano volutamente una cucina familiare e, a tratti, d’altri tempi, come d’altronde fanno locale e arredi.

    Appetitose le “bombe”, che aprono il menu: all’interno dell’impasto, un cuore di tradizione, tra coda alla vaccinara, trippa alla romana con mentuccia e pecorino o – golosa – cacio e pepe con carciofi. Buoni i primi, come l’amatriciana e la cacio e pepe, serviti con sugo abbondante. Bella sorpresa la possibilità di ordinare mezze porzioni. Anche i secondi guardano alle eccellenze del territorio laziale, tra ricette e materia prima. Non manca la pizza, rigorosamente romana. Qualcosa da affinare c’è ancora, specie nelle temperature dei piatti, ma l’idea è solida e si vede. Purtroppo il servizio non è sempre all’altezza della situazione. Specialmente nelle serate affollate, l’attenzione per le richieste dei clienti non è alta quanto dovrebbe. Peccato.

    Ristorante Frezza.

    Roma, via della Frezza 64-66, 0670452605, aperto dal martedì alla domenica dalle 12 alle 23.30, chiuso il lunedì, www.frezzaromana.it, costo: 30/45 euro.

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