Tra i barman cade l'ultimo tabù: anche la grappa nei cocktail

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Cade l’ultimo tabù nel mondo della mixology. Arrivano i primi cocktail a base grappa e il risultato di «questa alchimia 100% italiana – ha detto Elio Bonollo – apre una nuova pagina per l’acquavite nazionale che, in versione cocktail, ha già conquistato nuove fasce di consumo in cinque stati apripista negli Usa, da New York alla California, compresi i locali di tendenza a Miami e Chicago.

Ci sono voluti tre anni di ricerca per mettere a punto una grappa idonea alla miscelazione» ha detto il distillatore padovano nel sottolineare che «all’equilibrio raggiunto in Gra.it, nome che vuole sottolineare che la grappa è un prodotto autenticamente italiano, hanno contribuito vinacce da sette distretti vinicoli di sette regioni diverse, dal Trentino alla Sicilia».

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In Italia tra i drink più gettonati quello a base Gràit e bollicine TrentoDoc Ferrari. Del resto per il mercato della grappa è conclamato un futuro a stelle e strisce all’assemblea annuale, AssoDistil ha annunciato ufficialmente l’avvio di «Hello Grappa!», il piano di promozione dell’acquavite «Made in Italy», realizzato grazie ai fondi europei e all’impegno delle distillerie italiane.

Il progetto, per la promozione dei prodotti agricoli, prevede una serie di eventi dedicati al lancio dell’IG Grappa, pensati per far conoscere il prestigioso distillato ai consumatori americani. L’intero piano prevede, su base triennale, un investimento pari a circa 1 milione di euro.

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