Piatti d’amare, cacio pepe e scampi

Sul litorale tanti i luoghi di sicuro approdo che puntano sulla materia prima e l’innovazione

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    Tra l’immenso parco archeologico, le stupefacenti testimonianze liberty e razionaliste, gli stabilimenti balneari, una popolazione vivace e una difficile convivenza con la penetrazione criminale, Ostia esprime anche nella sua proposta di cucina velocità diverse e racconti a molte voci.

    I tradizionalisti trovano rassicurazione in stabilimenti curati, eleganti, solidi nella loro proposta come il Gambrinus, mentre quelli che vogliono osare anche su qualcosa di più innovativo trovano piatti di grande racconto alla Vecchia Pineta, che coniuga la fantastica vista sul mare con la cornice di un edificio modernista di grande suggestione. Ma non solo pesce regna ad Ostia. Basta affacciarsi alla Gnoccheria e ci si trova convocati nel mondo goloso di tortellini, tagliatelle, ravioli di rara bontà, mentre da Komorebi (una parola giapponese che indica la sensazione della luce che filtra tra le foglie) si può trovare una felice sintesi di materia prima del litorale e classici del Sol Levante.

    La cultura del vino, dell’etichetta giusta del cocktail di qualità trova invece da Landi un luogo di sicuro approdo, anche come bottega gourmet. E ancora, per divertirsi con le belle trovate di un creativo doc, difficile sottrarsi alle invenzioni di Simone Curti di Molo 17, autore di piatti come il gambero rosso con mela verde e animelle.

    Preparazione

    Step 1

    Micaela Di Cola,Mikychef per tutti, ora porterà il mare di Ostia ai Castelli, ma vale la pena provare questa sua interpretazione del cacio e pepe. Si comincia pulendo gli scampi, tagliandoli a tartare e condendo con sale e olio.

    Step 2

    Si tiene tutto chiuso fino al momento dell’impiego e si procede a lessare al dente i fusilloni.

    Step 3

    Si mettono quindi in una ciotola 3 cucchiai di crema (realizzata con Pecorino e acqua tiepida) e un poco di acqua sul fondo.

    Step 4

    Si amalgama bene il tutto e si unisce la tartare insieme al pepe pestato all’ultimo momento perché non si ossidi. 

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