Carlo al Naviglio, alta cucina in un’oasi metropolitana

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    Da poco più di un anno gli spazi che un tempo ospitavano il Ca’ Bianca, tempio storico del cabaret meneghino, sono tornati a risplendere con Carlo al Naviglio, il ristorante e cocktail bar di Carlo Cracco nato in collaborazione con l’imprenditore veneziano Dino Scaggiante che nella villa seicentesca sulla sponda sinistra del Naviglio Grande ha aperto l’hotel 4 stelle Excel Naviglio Milano.

    Un recupero di un luogo iconico per la città trasformato ora in un’oasi metropolitana, con un affascinante giardino di 2000 metri quadri, dove tra dehors e svariate sale finemente arredate con elementi di design e arte contemporanea si possono gustare piatti della tradizione italiana, rielaborati in chiave moderna, a cura dell’executive chef Luca Pedata (a cui Cracco aveva già affidato la cucina di Carlo e Camilla in Segheria).

    Dalla frisella di risotto allo spaghettone, lardo di seppia e fragole, dal Wellington all’italiana alla zuppa di cozze. Il consiglio è vivere un’esperienza gourmet con i menu degustazione, ma per chi preferisse far da sé nella carta (che cambia stagionalmente) ci sono anche diversi fuori menu. Come l’animella in panzanella, i ravioli con genovese Napoletana, il risotto zafferano e ossobuco o il piccione. Da non perdere i cocktail della barmaid Yasmine Montesano realizzati con ingredienti e tecniche di cottura d’alta cucina.

    CARLO AL NAVIGLIO.  Milano, Via Lodovico il Moro 117; tel: 02/82196615; sempre aperto la sera dalle 18.30 all’1 (cena dalle 19.30 alle 23), a pranzo solo sabato e domenica dalle 12.30 alle 15; carloalnaviglio.it; costo medio 100 euro

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